17/10/2014

Inversione o prese di profitto?

Mercati azionari in difficoltà, tengono gli investimenti obbligazionari in USA e UE.

Le difficoltà delle principali piazze azionarie si abbattono sul concorso rendendo più interessante la competizione. Le pesanti correzioni di questi giorni impongono una pausa di riflessione ed un’analisi complessiva dei mercati capace di disegnarne i potenziali scenari.
In fase di esaurimento il tapering della FED e in assenza di nuovi interventi massicci della BCE, i mercati azionari ed in particolare quelli dei Paesi sviluppati, che hanno vissuto nell’ultimo anno un’importante fase rialzista, iniziano a fare i conti con un’economia reale con basse stime di crescita. I principali mercati obbligazionari proseguono invece nel loro trend crescente e in caso di consolidamento dell’incertezza si potrebbe assistere ad un aumento negli spread.
I mercati azionari dei paesi sviluppati stanno vivendo un ritracciamento significativo come non si vedeva da tempo, bruciando miliardi di capitalizzazione e infrangendo importanti livelli tecnici. Sul fronte nordamericano lo S&P500 ha recentemente rotto la trendline positiva valida da fine 2011, analogamente a quanto ha fatto l’Eurostoxx50, lasciando intravedere un lungo periodo di difficoltà. In ribasso anche Tokyo, che, come quasi tutta l’economia mondiale, ha visto ridurre le proprie previsioni di crescita economica. Mostrano segni di debolezza anche i principali mercati emergenti, con poche eccezioni tra cui Thailandia e India, nonostante il quadro tecnico paia meno compromesso.
Crescita a livello globale sugli asset obbligazionari, sebbene i bond periferici, proprio nelle ultime sedute, stiano nuovamente manifestando pesanti segni di sofferenza. A settembre hanno realizzato brillanti prestazioni i titoli statunitensi, per i quali si è assistito negli ultimi 3 mesi ad un notevole apprezzamento nelle quotazioni. Buoni risultati nel breve termine anche per l’area Euro e Asia Pacifico. Attraversa invece un periodo di difficoltà il comparto obbligazionario sudamericano, che probabilmente risente ancora degli effetti del default tecnico dell’Argentina di fine luglio. Più in generale, il ritorno dell’avversione al rischio potrebbe favorire un generale accrescimento degli spread.
In questo contesto l’oro, seppur in trend ancora decrescente, nelle ultime sedute ha cominciato a mostrare segni di ripresa. Il petrolio e molte altre commodities, coerentemente con le difficoltà delle principali economie mondiali, continuano a rimane deboli.
Lo scenario appare dunque particolarmente critico, non solo per la correzione repentina delle ultime sedute, ma anche per i fattori fondamentali che probabilmente lo hanno favorito. Se infatti è vero che i mercati azionari avevano corso molto lasciando spazi per prese di profitto, le debolezze strutturali delle principali economie mondiali hanno un ruolo primario sul sentiment degli operatori.
I concorrenti affrontano le prime difficoltà con portafogli appena costruiti ed in molti casi ancora in fase di allineamento alle regole del concorso che non prevedono la presenza di liquidità se non in misura assolutamente marginale.
Benché i portafogli non siano ancora tutti completi, i promotori finanziari mostrano maggiore esposizione verso l’obbligazionario analogamente a come accadeva nella scorsa edizione. Globalmente partono con un’esposizione azionaria inferiore al benchmark controbilanciata dalla scelta di strumenti settoriali o geografici che dimostrano la determinazione a conseguire sovra performance. Più avanti si potranno trarre i primi bilanci, tenendo sempre presente che quest’anno saranno determinanti le performance relative e anche in condizioni di mercato difficili la cosa più importante sarà battere il benchmark.

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